Lo sapevate che fino al 1963 c’era la ferrovia che collegava il paese di Ora con la Val di Fiemme, precisamente fino a Predazzo e che ora c’è un sentiero che percorre proprio la strada della Vecchia Ferrovia?
La storia
Un’idea che risaliva alla fine dell’Ottocento, ma che solo durante la Prima Guerra Mondiale venne realizzata per consentire agli austriaci i rifornimenti per i combattimento contro l’esercito italiano sul fronte dolomitico. In due anni (dal marzo 1916 al febbraio 1918) cinquemila uomini lavorarono a quest’opera, che transitava per Castelfeder, Pinzano, Passo San Lugano, e poi per Carano e Predaia, frazione di Molina di Fiemme, per un totale di 32 chilometri. Il tempo di percorrenza dei treni inizialmente era di quasi quattro ore per tratta, ridotti poi a due ore con l’elettrificazione della ferrovia nel 1929. Per questioni legate all’insostenibilità economica la ferrovia venne nel tempo privatizzata e poi dismessa, senza comprendere la visione miope di queste decisioni. Oggi è possibile percorrere questo tracciato sia a piedi che con la bicicletta (meglio e-bike se non allenati, visto il dislivello di 860 metri).
Verso il passo San Lugano
I primi tre chilometri della strada della vecchia ferrovia sono pianeggianti, su asfalto, dopodiché si comincia a salire su fondo sterrato ben battuto attraverso la zona di Castelfeder per quattro chilometri. Altri tre chilometri su asfalto, passando dai paesi di Pinzano e Montagna.
Noi abbiamo scelto proprio questa parte del percorso, parcheggiando vicino al parco giochi di Pinzano e seguendo le indicazioni fino a Passo San Lugano, per un totale di 14 chilometri e circa 700 metri di dislivello. Ci si alza progressivamente in maniera dolce, su strada sterrata, godendo di piacevoli panorami sulla Bassa Tesina. Il lago azzurro che intravedete nella foto sopra è quello di Caldaro.
Lungo il percorso si interseca anche quello del vino, con grandi osservatori in legno a forma di ceste di vimini per trasportare l’uva, oppure con installazioni tematiche tipo quella del Saltner, il custode dei vigneti. Questo personaggio mitologico, con le piume da fagiano, denti di maiale e coda di volpe incuteva timore ai ladri d’uva.
I resti della vecchia ferrovia
Ma sicuramente l’attrazione più grande per chi passa di qui sono i resti della vecchia ferrovia, che nel tratto Ora – San Lugano vede ben cinque tunnel, sette viadotti ed otto ponti. Le gallerie hanno un sistema automatico di illuminazione, che ne rende piacevole e sicuro il passaggio.
Sulla strada della vecchia ferrovia si alternano tratti nel bosco e tratti nei campi o tra i vigneti, assaporando la bellezza di un mondo contadino ancora rimasto intatto. È lontano infatti il traffico della strada che porta in Val di Fiemme e si viene catapultati in un percorso parallelo dal sapore antico.
Questo ad esempio è il piccolo nucleo abitativo con chiesetta che si trova poco sopra il Ristorante Pausa, a poca distanza dal Passo.
L’ultimo sforzo ed ecco spuntare in lontananza la catena del Lagorai. Al Passo San Lugano vi aspettano diversi bar e ristoranti, tra cui l’Albergo Genzianella, il Ristorante San Lugano e il Fredy’s Grill. Non manca una fontana, un piccolo parco giochi e un’area con tavole e panche in legno vicino alla bella chiesetta di San Lugano, in stile gotico con campanile romanico.
Il rientro
Noi, dopo una camminata di circa tre ore, abbiamo deciso di tornare al punto di partenza con l’autobus (nel pomeriggio ne passa almeno uno al quarto di ogni ora, un euro e mezzo il biglietto). Di questa giornata portiamo nel cuore scorci da cartolina, grande tranquillità visto il poco afflusso di turisti nonostante la giornata festiva e una gran voglia di ripercorrere il tragitto completo in bicicletta!
Altri posti belli nei dintorni:
- Castelfeder, il colle che non ti aspetti con vista panoramica
- Malga Cislon, aperta per gran parte dell’anno
Per mangiare, magari dopo aver fatto solo il primo tratto che da Egna sale a Montagna. Nel piccolo borgo di Gleno, il Planitzer e il Lexnhof. Due antichi masi con specialità altoatesine da leccarsi i baffi.
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