di Silvia Conotter

Al Rifugio Pernici e il mezzo giro delle cime

25 Giu 2024 | Estate, Gite

Questa al Rifugio Pernici che vi sto per raccontare è un’escursione sorprendente, che ci ha permesso di ammirare da lontano le più belle montagne del Trentino, a partire dal gruppo del Brenta, l’Adamello e la Presanella. Poca, pochissima gente sul sentiero, ma la Val di Ledro è un po’ tutta così: selvaggia ed incontaminata, nella sua struggente bellezza. Sarà per questo che la amo così tanto (lo abbiamo visitato anche in inverno) .

Il giro delle cime (o il mezzo giro delle cime, come abbiamo fatto noi) si può fare anche in giornata, ma vi consiglio di fare una tappa notturna al Rifugio Nino Pernici, quota 1600 metri. Perché questo è un posto dove si sta davvero bene.

Abbiamo risalito la Val Concei con la macchina, seguendo poi sulla destra le indicazioni per il rifugio e abbiamo parcheggiato poco sotto a Malga Trat (1502 metri), malga in cui è doveroso fermarsi per acquistare un po’ del loro formaggio. Il tempo era instabile, con una pioggia fine, ma non per questo ci siamo scoraggiati e seguendo la strada forestale (tranquilla, una mezz’ora circa) siamo arrivati al Pernici. Ci ha accolto Marco, che assieme alla sua famiglia gestisce il Pernici con una forte passione, e abbiamo subito cominciato alla grande: strangolapreti (ottimi) e polenta e spezzatino, accompagnati da un ottimo vino rosso dell’azienda agricola Le fontanelle di Cologna di Tenno. Da non perdere lassù anche la polenta di patate, una vera bontà.

L’arrivo al Rifugio Pernici

Al tempo avevamo fatto quattro chiacchiere con Marco, ma come vi abbiamo raccontato su Il Trentino dei bambini, dal 2023 la gestione è passata in mano a Valentina: giovanissima arcense con la passione della montagna ed alle spalle alcune stagioni in rifugio sullo Stivo.

Lo step successivo al nostro arrivo, al tempo è stato infilarsi sotto i piumini dei letti a castello in legno: il rifugio ha 28 posti letto divisi in più stanze, piccoline ma accoglienti. I servizi sono condivisi. Al mattino abbiamo puntato la sveglia alle cinque e mezza, per ammirare alle sei un’alba che difficilmente dimenticheremo. Le nubi cariche di pioggia del giorno prima sono sparite, per lasciare il posto ad un cielo senza nuvole. Sotto di noi la vita del bosco che pulsava, con il fruscio dei rami mossi dagli animali selvatici.

Una colazione con i fiocchi, con pane fresco, burro della vicina malga, marmellata, the e caffelatte, sui tavoli all’aperto ed eccoci pronti per partire e anche con Valentina le cose non sono mutate. La colazione è davvero wow!

Colazione al Pernici – 2024

Guida d’eccezione del nostro giro è stata Stefania Oradini, del Consorzio per il turismo della Valle di Ledro, che ci ha dato informazioni preziose sui fiori e le piante che abbiamo incontrato lungo il percorso, sugli eventi storici, sul significato dei toponimi che abbiamo incontrato. Niente da fare: avere qualcuno che ti racconta tutto questo regala alla gita un sapore diverso. Per questo, se potete, nelle vostre gite affidatevi alle guide, agli accompagnatori di territorio o a quelli di media montagna. Un saluto ed un ringraziamento a Marco ed alla piccola Beatrice e via!

Bello vedere fin dall’inizio tutto il percorso che avremmo fatto. Un saliscendi continuo sulla corona di cime davanti ad i nostri occhi, con un susseguirsi di scorci sorprendenti ed elementi storici. Tra i tanti segnalo:

  • il bivacco e la caverna Riccabona, che prende il nome dal capitano dei Kaiserjäger Ludwig Riccabona, comandante per alcuni anni durante la prima Guerra Mondiale del settore della Bocca di Trat. Personaggio storico diventato famoso per avere scritto molto della vita al fronte, lasciando una preziosa testimonianza degli accadimenti di quegli anni.

  • la Mazza di Pichea (1879 metri), a cui si arriva con un tratto facile di cordino) con la sua grande croce. Il panorama qui è, se possibile, ancor più grandioso, con il Caré Alto che svetta proprio dietro, l’Adamello, la Presanella e il Brenta.

  • il Corno di Pichea (2146 metri), con il lago di Garda (e poi quello di Tenno, con il suo colore d’acqua inconfondibile) che sbuca all’improvviso e ci accompagnerà per un lungo tratto

  • il Monte Tofino (2149 metri), con il suo crinale pianeggiante con vista incredibile su praticamente tutto il Trentino
  • il Doss de la Torta (2156 metri), che si raggiunge seguendo la panoramica strada militare
  • l’ultima cima (per noi) è stata la Gavardina (2047 metri), balcone spettacolare ravvicinato sul Brenta, dove fermarsi a mangiare un buon panino e prendere coraggio per la lunga discesa!

Ultima tappa la Bocca de l’Ussol (1879 metri), chiamata così perché una volta per gli abitanti della Val di Ledro era l’uscio/l’uscita per le Giudicarie. Fate un ultimo sforzo e salite ancora di una cinquantina di metri fino alla cappella scavata nella roccia. Da qui si prosegue per completare il giro delle cime fino al Monte Cadria (2254 metri), ma noi abbiamo stabilito di aver camminato a sufficienza. Quasi mille metri di discesa, prevalentemente del bosco, passando da Malga Guì (vendita di formaggio).

Sosta d’obbligo al Rifugio al Faggio (964 metri, anche albergo/chalet con piscina e sauna esterna), per una bella birra fresca. Ambiente rinnovato da poco in cui domina il legno, un tripudio di fiori, la consueta (ottima) cucina tipica e il desiderio di tornare qui presto, per una serata tra amici o per qualche giorno di relax.

Info utili

  • LUOGO: Val di Ledro
  • PARTENZA: in auto da Lenzumo (Val Concei) fino al parcheggio prima di Malga Trat
  • ARRIVO: Rifugio Bocca di Trat “Nino Pernici”
  • ALTITUDINE: m 1600
  • DISTANZA: 1,2 km (solo andata)
  • DURATA: 30 minuti  (andata)
  • DISLIVELLO: 100 metri
  • PASSEGGINO: sì, meglio da trekking
  • PUNTI DI RISTORO: Rifugio Nino Pernici
  • CONTATTI: Rifugio Nino Pernici:  tel. 366.3000522 – 329.2599365;  0464.505090

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