di Silvia Conotter

Rifugio Santner: notte magica a 2700 metri

26 Set 2024 | Estate, Gite

Tra i rifugi del Catinaccio dove davvero merita trascorrere una notte, spicca senza dubbio il Rifugio Santner, a quota 2.734 metri. Affacciato sulla Val d’Ega, offre una vista spettacolare su Latemar, Corno Nero e Corno Bianco, Gruppo del Brenta, Adamello e Ortles. La gestione di Michl e Romina (qui la foto della mia prima visita a loro nell’estate del 2021) è giovane ed appassionata. Non è un caso che siano sempre pieni, e non è solo una questione di posizione.

Dopo i lavori di rifacimento la struttura è diventata moderna e funzionale. Di sicuro impatto estetico, ma molto meno di quello che sembrava originariamente dal progetto e soprattutto necessaria per avere comfort in quota fino a stagione inoltrata.

L’impronta è quella del Rifugio Alpe di Tires (stesso architetto): la forma a tetto appuntito simboleggia la protezione tradizionale sotto cui tutti trovano rifugio. Ricoperto in lamiera, materiale funzionale e duraturo, riflette i colori del cielo e si confonde con la roccia circostante.

Incredibile la vista di cui si può godere da lassù, grazie anche alle vetrate panoramiche a cui si affacciano i tavoli in legno. L’ambiente interno è semplice e dalle linee pulite.

Non appena arrivati lassù godetevi il panorama con un bell’aperitivo: questo bicchiere di Gewürztraminer è uno di quelli che ricorderò a lungo.

Senza contare l’ora del tramonto, che qui è davvero spettacolare.

Al momento ci sono 40 posti letto in totale, con camere da 2 a 6 posti letti. Comode e funzionali, ogni letto ha a disposizione un armadio di fronte e presa elettrica sopra il comodino. Obbligatorio portare il sacco lenzuolo. Qui maggiori info.

Il costo per il pernottamento va dai 95 ai 110 euro a persona, in formula di mezza pensione che prevede, oltre all’alloggio, un menu di 4 portate per la sera e la prima colazione. Le pietanze sono tutte preparate in cucina da Michl, con materie prime del territorio ed il classico stile altoatesino. La cena comincia come da tradizione alle 18.30 e per chi ha camminato durante il giorno è una benedizione! Abbiamo cominciato con una focaccia con formaggio al pepe e pesto fatto in casa.

Zuppa d’orzo con verdure, come primo.

Chili con carne e canederlo al grano saraceno come secondo.

Per finire, dolce a scelta tra krapfen con ripieno di marmellata di albicocca o rotolo al cioccolato con panna ai mirtilli rossi.

La cena è finita verso le 19.30. Il tempo di ammirare il tramonto e di fare due passi fuori per ammirare il panorama ed eravamo già a letto. Dormito come sassi tutta la notte, e che bello svegliarsi alle sei del mattino con la luce che arriva sulle guglie del Latemar illuminate fuori dalla finestra. I bagni sono esterni alle camere, divisi tra uomini e donne al primo piano, in comune al secondo.

Per colazione caffè e latte, succhi vari, pane fresco, burro e marmellata, affettati vari e yogurt con frutta secca e muesli.

Prendetevi il tempo per gustare tutto con calma, dopodiché comincia la discesa verso il Rifugio Re Alberto e  Vajolet. Così come durante la salita nel tardo pomeriggio del giorno precedente, la discesa nelle prime ore del mattino permette di godere della bellezza di questi posti praticamente senza gente.

Il rifugio è solitamente aperto da giugno fino a metà ottobre. Dipende dalle condizioni meteo e dalla presenza o meno di neve in quota. Info e prenotazioni: 337.1435665; santnerpass.com

Come arrivare al Rifugio Santner:

  • l’accesso classico è dal Ciampedie, conca spettacolare a 2000 metri che si raggiunge da Vigo di Fassa con la funivia o da Pera di Fassa con due seggiovie. In entrambi i casi in mezz’ora di passeggiata pianeggiante si arriva poi al Gardeccia e in un’altra ora al Rifugio Vajolet (2.243 metri). A questo punto si sale al Rifugio Re Alberto (2.621 metri), sentiero su roccia attrezzato in alcuni tratti con cordini metallici. Ultimo tratto tranquillo, su ghiaioni, in mezz’ora fino al Santner. Tre ore circa, 800 metri di dislivello.
  • giro panoramico ad anello da Passo Costalunga (1745 metri). Si prende la seggiovia fino al rifugio Paolina (2.125 metri). Da lì si arriva facilmente all’Aquila di Christomannos e poi alla Baita Marino Pederiva / Rifugio Roda di Vael (2.283 metri). Si sale al Passo Cigolade (2.553 metri) ed eccovi nell’anfiteatro naturale del Catinaccio. In un’ora e mezza circa si arriva al Rifugio Vajolet, facendo attenzione a tenere il sentiero alto, più panoramico e non adatto a chi soffre di vertigini. In alternativa scendete fino al Rifugio Gardeccia e proseguite come da indicazioni. Poi, come scritto sopra nell’accesso classico. Cinque ore circa, 900 metri di dislivello. Vi racconto questo giro QUI. Al ritorno si può arrivare al Ciampedie e scendere fino a Vigo di Fassa con la funivia, tornando al Passo Costalunga in autobus o con una seconda macchina lasciata lì. Oppure dal Rifugio Vajolet salire al Passo delle Coronelle (2.630), poi scendere al Rifugio Coronelle e tornare all’arrivo della seggiovia Paolina sul sentiero Hirzel.

 

L’ultimo tratto, dal Re Alberto al Santner, con le Torri del Vajolet

  • Via Similde: via d’arrampicata che attraversa la Croda di Re Laurino con nove lunghezze di corda. Questo itinerario di VIII° grado di difficoltà è stato inaugurato nel 2008 ed è dotato di chiodi normali. La roccia è antisdrucciolo. L`ascesa avviene al Rifugio Fronza Alle Coronelle e segue il primo pezzo verso la ferrata Santner.
  • Ferrata del Passo Santner. Si imbocca dopo due ore e mezzo di camminata (e 400 metri di dislivello) dal Rifugio Fronza Alle Coronella (2.337 metri). Questa via è un classico delle Dolomiti, con alcuni passaggi di primo grado.

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