di Silvia Conotter

Rifugio Martello: attorno, 15 cime oltre i 3000 metri

28 Giu 2022 | Estate, Outdoor

Una valle selvaggia ed incontaminata, circondata da un paesaggio alpino di grande bellezza: questa è la Val Martello. Perfetta per chi vuole ancora assaporare la montagna vera, senza troppe comodità. Si arriva da Bolzano passando per Merano in direzione Passo Resia. Arrivati a Laces seguite le indicazioni che in un’altra mezz’ora d’auto vi portano ai duemila metri del Rifugio Genziana, dove termina la strada e si parcheggia (5 euro al giorno, servizi igienici pubblici). Da lì inizia la forestale che sale inizialmente nel bosco costeggiando il Rio Plima, che nei secoli ha scavato la roccia dando origine a gole dove l’acqua scorre impetuosa. Quello che si vede nella foto è il Rifugio Corsi, raggiungibile in una mezz’ora circa. Consigliamo di raggiungerlo risalendo dalla sponda opposta.

È qui infatti che si incontrano le quattro strutture costruite come punti di osservazione: la prima in acciaio a forma di cazzuola, che permette di scendere lungo dei gradini per ammirare da vicino lo scroscio dell’acqua; poi la falce panoramica su uno spuntone piatto e il pulpito panoramico, dove la vista verticale della gola mette alla prova chiunque guardi di sotto. C’è poi questo grande osservatorio circolare, che permette di ammirare tutta la valle, da nord a sud.

Infine, il ponte sospeso, che permette di attraversare la gola tra le due sponde e di arrivare al Rifugio Corsi, a 2.265 metri.

Eccolo qui, che sovrasta la valle, con la sua chiesetta ed alcuni giochi per bambini. Se non camminate molto, potete fermarvi a mangiare qui e poi chiudere l’anello fino al parcheggio.

Proseguendo, invece, si arriva facilmente nel punto in cui la valle si apre, tra rododendri e mille altri fiori colorati, tra cui botton d’oro, anemoni  ed erioforo, i fiori di cotone che crescono nelle zone paludose. In lontananza le cime del Gruppo Ortles – Cevedale, con le loro cime innevate.

Fragorosa la cascata che scende da Cima Marmotta: tra l’altro, avete mai pensato che il rumore dell’acqua che è simile al fuoco che scoppietta? Per raggiungerla dovete camminare sopra la vecchia diga di pietra costruita alla fine dell’Ottocento per evitare le continue inondazioni causate dall’avanzare dei ghiacciai, che con i primi caldi cedevano blocchi di neve facendo tracimare il lago naturale che lì sotto si era formato.

Dopo un tratto pianeggiante in quella che ricorda una valle himalayana, l’ultimo sforzo. Una altra mezz’ora in salita (totale dell’escursione due ore e mezza) ed eccovi arrivati al Rifugio Martello, a quota 2610 metri. Colpo d’occhio strepitoso sul Monte Cevedale (3.769 metri) ed il suo ghiacciaio, come sul Gran Zebrù (3.851 metri), ma sono ben tredici le cime lì attorno che superano i tremila metri. La struttura è gestita da qualche anno da Bruno Nardelli (foto di copertina, insieme a me), guida alpina e membro del soccorso alpino, e da sua moglie Marialuigia Dione. Abbiamo mangiato uova, speck e patate, e il kaiserschmarren (tutto ottimo), ma ci sono diverse specialità tirolesi (canederli, frittata in brodo,…) e trentine, come polenta con goulash e la carne salada.

Al rifugio si può anche dormire, in grandi camerate con bagno in comune (ma c’è anche qualche camera), per vivere l’emozione di una notte in quota. Consigliato soprattutto durante la settimana, quando Bruno avrà un po’ di tempo per raccontarvi le sue divertenti avventure. Info e prenotazioni: 335.5687235; www.martellerhuette.com

Si torna dallo stesso percorso dell’andata, ma al Rifugio Corsi vi consigliamo di scendere verso il ponte sospeso e girare a sinistra prima di attraversarlo e poi seguire le indicazioni per il sentiero di fondovalle.  E buona gita, questa è davvero indimenticabile.

 

 

 

 

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