di Silvia

Rifugio Martello: attorno 15 cime oltre i 3000

3 Giu 2024 | Estate, Outdoor

Una valle selvaggia ed incontaminata, circondata da un paesaggio alpino di grande bellezza: questa è la Val Martello. Perfetta per chi vuole ancora assaporare la montagna vera, senza troppe comodità.

Come si arriva

Si arriva da Bolzano (se volete passare un paio di giorni in questa città cliccate su “Cosa fare due giorni a Bolzano”) passando per Merano in direzione Passo Resia. Arrivati a Laces seguite le indicazioni che in un’altra mezz’ora d’auto vi portano ai duemila metri del Rifugio Genziana, dove termina la strada e si parcheggia (a pagamento, giornaliero, con servizi igienici pubblici). Da lì inizia la forestale che sale inizialmente nel bosco costeggiando il Rio Plima, che nei secoli ha scavato la roccia dando origine a gole dove l’acqua scorre impetuosa e da il nome al sentiero “Gola Plima”. In una mezz’ora da qui si può raggiungere il Rifugio Corsi (2.265 metri), ma il consiglio è di raggiungerlo risalendo dalla sponda opposta.

Attrazione Gola del Rio Plima

Costeggiando il Rio Plima si incontrano le quattro strutture costruite come punti di osservazione: la prima in acciaio a forma di cazzuola, permette di scendere lungo dei gradini per ammirare da vicino lo scroscio dell’acqua.

Proseguendo si vede la falce panoramica su uno spuntone piatto e il pulpito panoramico, dove la vista verticale della gola mette alla prova chiunque guardi di sotto. C’è poi questo grande osservatorio circolare, che permette di ammirare tutta la valle, da nord a sud.

Infine, il ponte sospeso, che permette di attraversare la gola tra le due sponde e di arrivare al Rifugio Corsi. Eccolo qui, che sovrasta la valle, con la sua chiesetta ed alcuni giochi per bambini. Abbiamo incluso queste strutture nel nostro articolo “Terrazze panoramiche e skywalk mozzafiato”, nel caso voleste approfondire questo tema.

Se non camminate molto, potete fermarvi a mangiare qui e poi chiudere l’anello fino al parcheggio.

Verso il Rifugio Martello

Proseguendo, invece, si arriva facilmente nel punto in cui la valle si apre, tra rododendri e mille altri fiori colorati, tra cui botton d’oro, anemoni  ed erioforo, i fiori di cotone che crescono nelle zone paludose. In lontananza il Gruppo Ortles – Cevedale, con le sue cime innevate.

Fragorosa la cascata che scende da Cima Marmotta: tra l’altro, avete mai pensato che il rumore dell’acqua che è simile al fuoco che scoppietta? Per raggiungerla dovete camminare sopra la vecchia diga di pietra costruita alla fine dell’Ottocento per evitare le continue inondazioni causate dall’avanzare dei ghiacciai, che con i primi caldi cedevano blocchi di neve facendo tracimare il lago naturale che lì sotto si era formato.

Al Rifugio Martello

Dopo un tratto pianeggiante in quella che ricorda una valle himalayana, l’ultimo sforzo. Una altra mezz’ora in salita (totale dell’escursione due ore e mezza) ed eccovi arrivati al Rifugio Martello, a quota 2610 metri. Colpo d’occhio strepitoso sul Monte Cevedale (3.769 metri) ed il suo ghiacciaio, come sul Gran Zebrù (3.851 metri), ma sono ben tredici le cime lì attorno che superano i tremila metri. La struttura è gestita da qualche anno da Bruno Nardelli (foto di copertina, insieme a me), guida alpina e membro del soccorso alpino, e da sua moglie Marialuigia. Abbiamo mangiato uova, speck e patate, e il kaiserschmarren (tutto ottimo), ma ci sono diverse specialità tirolesi (canederli e frittata in brodo per citarne alcun) e trentine, come polenta con goulash e la carne salada.

Al rifugio si può anche dormire, in grandi camerate con bagno in comune (ma c’è anche qualche camera), per vivere l’emozione di una notte in quota. Consigliato soprattutto durante la settimana, quando Bruno avrà un po’ di tempo per raccontarvi le sue divertenti avventure. Info e prenotazioni: 335 5687235; www.martellerhuette.com

Si torna dallo stesso percorso dell’andata, ma al Rifugio Corsi vi consigliamo di scendere verso il ponte sospeso e girare a sinistra prima di attraversarlo e poi seguire le indicazioni per il sentiero di fondovalle.  E buona gita, questa è davvero indimenticabile.

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