di Silvia Conotter

Al Rifugio Carè Alto – Dante Ongari

2 Lug 2024 | Dormire, Estate, Gite

Non ero mai stata al Rifugio Carè Alto, nel Gruppo dell’Adamello, e l’occasione giusta si è presentata con la nuova gestione di Gianni Mittempergher. L’avevo conosciuto al Masetto, a Terragnolo, esercizio rurale sulla cui durata (e successo) in pochi avrebbero scommesso. Un po’ perchè fuori da qualsiasi rotta turistica, un po’ perchè quando si parla di incontri con gli autori e iniziative culturali siamo tutti bravi a dire “che bello!”, ma quando c’è da muoversi e fare almeno venti minuti d’auto in montagna da Rovereto – magari di sera – è lì che si vede se funziona. Il Masetto negli anni ha funzionato eccome, solo che Gianni ha dato a quel posto tutto quello che poteva dare: “Era tempo di una nuova fase della mia vita – racconta – d’altra parte ho sempre sognato di gestire una struttura in quota. Fin da quando ho iniziato le mie prime stagioni, appena maggiorenne”.

Rifugio Carè Alto Dante Ongari escursioni alta montagna trentino

Lo incontro poco dopo il mio arrivo al Carè Alto, in una giornata di giugno anomala. Il meteo instabile di questo periodo non ci ha ancora abituati alla cappa tropicale, con umidità altissima e repentini sbalzi di temperatura. Saliamo con la macchina da Spiazzo (la strada da Pelugo è chiusa per lavori) fino al Pian della Sega. Siamo nel Parco Naturale Adamello Brenta. La strada comincia a salire subito in un bosco rigoglioso, ricco di felci. L’acqua scende a gran voce dappertutto: cascate fragorose riempiono la Valle di Borzago, secondaria e selvaggia.

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Continuiamo a salire tra i rododendri in fiore e arbusti di nocciolo. Avanzano piano anche i mirtilli. C’è nebbia e sole e poi vento, e ancora nebbia. Dopo un paio d’ore raggiungiamo i duemila metri: il paesaggio si trasforma in roccia resa liscia dal procedere lento e inesorabile del ghiacciaio di un tempo. Il rifugio compare a sorpresa ad una decina di minuti dalla meta, tre ore in totale a passo deciso. Chi c’è già stato racconta che si veda da molto prima, la classica apparizione che sembra di non raggiungere mai. Sentiamo l’eco delle risate di chi si sta preparando il giorno dopo a raggiungere la cima del Carè Alto, 3.463 metri di altitudine. L’alta montagna regala sempre un brivido di felicità.

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La giornata non è delle migliori, ma è bello uguale guardarsi attorno. Il rifugio è stato costruito nel 1912 da un gruppo di alpinisti della Val Rendena. Durante la Prima Guerra Mondiale qui attorno fu eretta una vera e propria cittadella militare, con un ospedale e diverse teleferiche per smistare truppe e rifornimenti a tutto il fronte dei ghiacciai. Nel 1920 diventa di proprietà della SAT, che aveva contribuito alla sua realizzazione. La caratteristica forma a cubo rimane inalterata fino al 1986, quando viene ristrutturato completamente. Ora dispone di 74 posti letto, divisi in diverse stanze e camerate. Obbligatorio il sacco lenzuolo.

Perchè non perdersi il Rifugio Carè Alto

È ancora uno di quei pochi rifugi rimasti come un tempo, che profuma di gite familiari di quando ero bambina. Bagni in comune, servizi puliti ma essenziali, ripostiglio per scarpe e scarponi perchè di sopra si sale solo con le ciabatte. Cena alle sette, tutti insieme a mangiare i piatti della tradizione trentina (per noi canederli, orzetto e polenta con costine e crauti, per dessert panna cotta) e a letto presto.

Sì, lassù c’è tempo per riposare, leggere, pensare. Nel tuo letto, con te e in realtà con tutti quelli che stanno sotto lo stesso tetto, perché l’acustica è anche quella di un tempo. È una strana dimensione, dove tutto diventa essenziale. Mangiare, riscaldarsi, dormire. La vita lassù diventa più leggera e piena, anche se stai lì solo una notte. E poi c’è Gianni, che ti racconta di come si senta un aspirante rifugista, di come sia grato a chi gli ha passato il testimone e ai suoi colleghi che da lontano gli hanno teso una mano e allo stesso tempo una freccia d’amore. Parlando con lui senti l’emozione e la responsabilità di prendere in mano un posto così, senti la possibilità di cambiare vita. Sempre. Senti che c’è ancora la possibilità del confronto nutriente, del racconto lento, di tessere storie che vanno oltre l’attività economica.

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Questo direi che non è un rifugio da vivere solo in giornata. Prendetevi il tempo per gustarvelo con calma.

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Info sul Rifugio Carè Alto

Apertura: dal 15 giugno al 29 settembre 2024

Contatti: 349.2962189; info@rifugiocarealto.it

Dislivello: 1200 metri, dai 1250 di Pian della Sega ai 2450 metri del rifugio

Trekking tra rifugi: trekking in Adamello, dal Rifugio Trivena al Rifugio San Giuliano, passando dal Carè Alto e dal Rifugio Val di Fumo, trovate maggiori informazioni qui. Ai Caduti dell’Adamello: 6 ore, percorso alpinistico in gran parte su ghiacciaio.

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