di Silvia

Antiche feste tradizionali in Trentino Alto Adige

5 Giu 2023 | Eventi

La magia delle feste tradizionali antiche è nota e in Trentino Alto Adige, dove ne sopravvivono diverse. La terza domenica dopo la Pentecoste (nel 2024 il 9 giugno), per esempio, imperdibile è l’accensione dei fuochi del Sacro Cuore di Gesù, estremamente scenografici e propri sia del territorio altoatesino che dei territori della Val di Non al confine con l’Alto Adige.

Alto Adige

Fuochi del Sacro Cuore di Gesù

Non è un culto religioso, ma collegato ad eventi storici del territorio. Migliaia di fuochi e falò vengono accesi nei paesi e sui versanti delle montagne e spesso assumono la forma di un cuore o di una croce, oppure di un cuore e di una croce insieme.

Per capirne la provenienza bisogna tornare fino al 1796 quando le truppe tirolesi, preoccupate per una possibile invasione delle truppe napoleoniche, si appellarono a Dio e affidarono la Contea del Tirolo al Sacro Cuore di Gesù. Dopo una sorprendente vittoria, vennero accesi quindi dei fuochi in cima ai monti per celebrare questo evento. La festività inizia ancora oggi con il suono dei colpi di mortaretto ed il suono delle campane della chiesa parrocchiale. Si comincia con la messa e poi la sfilata con i costumi tipici e la banda musicale per le vie dei paesi.

Le tradizioni però non finiscono qui. Eccone alcune di suggestive e interessanti che si svolgono nel corso dell’anno tra Trentino e Alto Adige.

“Scheibenschlagen”  in Val Venosta

Chiamati anche “lancio di dischi ardenti” | prima domenica di Quaresima. Un’antichissima tradizione sopravvissuta soltanto in alcune zone della Foresta nera, del Vorarlberg e del Tirolo austriaco nonché nella altoatesina Val Venosta: lo “Scheibenschlagen”, cioè il lancio di dischi ardenti. Si tratta di un atavico rito propiziatorio per avere un buon raccolto. Si preparano le cataste di legna sui colli sopra i paesi e anche dei “dischi” fatti di legno di betulla o di pino silvestre con al centro un foro. All’imbrunire del giorno di festa, questi dischi vengono infilati sull’estremità di un lungo bastone di nocciolo, messi sul fuoco della catasta accesa, fino a renderli incandescenti, e quindi lanciati nel cielo notturno, accompagnati da tradizionali motti e versetti rimati scanditi a gran voce.

Scheibenschlagen

“Maschgertanz” a Prato allo Stelvio

Domenica e lunedì di carnevale e martedì grasso di ogni anno – Il ballo in maschera è un’usanza carnevalesca molto antica di Prato allo Stelvio. Domenica, lunedi e martedi di carnevale le maschere, presentate da un paiazzo – “Bajaz”, entrano in scena a rappresentare la vita del paese. Coppie molto spavalde, con maschere carnevalesche e sfrenato buon umore, girano per il paese e passano da osteria a osteria, ballando in ognuna secondo rituali ben precisi e prendendo in giro chiunque incontrano. Quando i mascherati entrano in un’osteria, il “Bajaz” apre le danze. Porta un costume a quadretti, un collare bianco, un cappello a punta, ornato da nastri colorati e fiori, e un bastone per battere il ritmo della musica, solitamente prodotta da una fisarmonica. Dietro aspettano otto coppie in fila per due la loro entrata in scena, tutti maschi, che però impersonano una ruolo maschile e uno femminile. Le coppie rappresentano vari tipi e strati sociali e vanno da “il signore e la signora” che aprono le danze, fino a quello che si potrebbe chiamare il “bullo e la pupa” (Zoch und Pfott), che, vestiti di stracci, rappresentano la fecondità.

Crediti fotografici: ©suedtirol.com

Cavalcata di Oswald von Wolkenstein sull’Alpe di Siusi

Tra fine maggio e inizio giugno di ogni anno. Si tratta di un evento spettacolare che raccoglie un torneo equestre, folklore, storia, cultura, sport e dinamica. La festa dura tre giorni, i tornei equestri si svolgono alla domenica e tutto si apre con una cerimonia di inaugurazione, una sfilata per le strade e tornei nella piazza del paese a Siusi. Tutte le info sul sito ufficiale.

Trentino

Fuochi di San Martino in Val di Fiemme

Predazzo, ogni anno in novembre. Campanacci, suoni di corno di vacca o di capra e grandiosi falò sui fianchi delle montagne ad opera dei vari rioni che si sfidano a chi riesce a far salire le fiammate più in alto di tutti sono il cuore della festa di S. Martino. Mentre i fuochi si abbassano  i gruppi rionali si dirigono nella piana del paese scuotendo campanacci o altri oggetti che facciano più rumore possibile: è la “via dei campanacci” che una volta arrivata nel centro del paese e culmina in una grande festa d’assieme.

Fuochi del Sacro Cuore in Val di Non

Ogni anno a giugno, la domenica dopo il Corpus Domini (nel 2024 il 9 giugno). La Val di Non che confina con l’alto Adige ha in parte acquisito questa tradizione dei fuochi. Scenario perfetto: le cime della Costiera della Mendola a strapiombo sulla Val d’Adige. I fuochi accesi qui si vedono da Merano, da Bolzano e dal Lago di Caldaro. Alla malga di Coredo (in in località Zuol) è la famiglia Stimpfl che si occupa di dare vita a questo straordinario spettacolo della tradizione.

Crediti fotografici APT Rovereto Vallagarina Monte Baldo

Il sole di Sant’Agata in Val di Gresta

A Corniano, un piccolo paese in Val di Gresta c’è una splendida chiesetta medievale costruito secondo le regole della cosiddetta architettura astronomica: la chiesetta di Sant’Agata. La particolarità è che, grazie al suo orientamento, nel giorno esatto della Santa alla quale è dedicata, il 5 febbraio all’alba, il sole entra esattamente da una delle due finestre a croce, attraversa la chiesa ed esce dalla finestra della parete di fronte creando un’atmosfera mistica. La chiesetta non è visitabile se non con visita guidata organizzata dal Comune di Mori.

Se siete interessati alla tradizione QUI vi avevamo parlato delle tradizioni di fine stagione invernali nelle zone in cui sono attivi gli impianti da sci.


Immagine di copertina: ©festivalpusteria.org

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